giovedì 15 dicembre 2011

Tamara de Lempicka (Varsavia, 16 maggio 1898 – Cuernavaca, 18 marzo 1980)

(Jeune fille aux gants 1930)

Tamara de Lempicka,  pittrice polacca appartenente alla corrente dell'Art Déco, nasce il 16 maggio del 1898 a Varsavia in una famiglia piuttosto ricca ed il suo vero nome è Tamara Rosalia Gurwik.
Sia la data che il luogo di nascita non sono certi, sembra che e Tamara De Lempicka abbia giocato un poco sull'anno di nascita, che sembra più verosimile porre prima del 1895 ed a Mosca, invece che a Varsavia.
In seguito alla prematura scomparsa del padre, dovuta al divorzio, secondo le dichiarazioni dell'artista, o a un suicidio secondo altre voci, Tamara vive con la madre e i suoi due fratelli  presso la famiglia di questa.
Prediletta della nonna materna ancora bambina, a soli nove anni, Tamara la accompagna in un lungo viaggio in Italia per visitare le città d'arte.
Dopo il viaggio in Italia, durante il quale ha scoperto la sua passione per l’arte. sulla strada del ritorno, a Mentone, frequenta un pittore francese che le insegna come impugnare un pennello e le basi della pittura. La formazione scolastica di Tamara de Lempicka si compie sotto la supervisione di nonna Clementine, che la educa, facendola sentire sempre una persona speciale, in esclusivi collegi svizzeri e polacchi.
Alla morte della nonna, nel 1914, Tamara interrompe gli studi e si trasferisce a San Pietroburgo, presso la zia Stefa Jansen.
Durante una festa conosce il giovane avvocato Tadeusz Lempicki e se ne innamora. I due si sposano nel 1916.
Nel 1918, allo scoppio della Rivoluzione Russa, suo marito viene arrestato dai bolscevichi come controrivoluzionario e liberato grazie alle alte conoscenze della giovane moglie.
I due lasciano la Russia e si trasferiscono stabilmente a Parigi, dove la sorella di Tamara de Lempicka, Adrienne, allora studentessa di  architettura, le propone di dedicarsi alla decorazione d'edifici pubblici e negozi che lei stessa avrebbe progettato.
Nel 1920 nasce la figlia Marie Christine "Kizette" e Tamara, che ha deciso di dedicarsi alla pittura, frequenta l’Académie de la Grande Chaumière e prende lezioni dal post-impressionista Maurice Denis ed il pittore neo-cubista André Lhote.
Lo stile personale della giovane pittrice è fortemente influenzato dall' Art Déco, con evidenti riferimenti cubisti. Nel 1922 partecipa al Salon d’Automne ed in breve tempo diventa una pittrice molto apprezzata  come ritrattista.Divenuta pittrice di successo, Tamara de Lempicka, negli anni Venti conosce molti scrittori e pittori, entrando in contatto con il clima culturale cubista e futurista.
Incontra Marinetti, nel 1926 è ospite di Gabriele D’Annunzio al Vittoriale ed inizia ad esporre i suoi quadri in tutta Europa, soprattutto in Italia, Polonia e Francia.
Nel 1928 Tamara de Lempicka divorzia dal marito e cade in un depressione cha la spinge ad un'attività pittorica più intensa e ad attività umanitarie.
L'anno più produttivo, nella sua vita artistica è il 1932, quando Tamara de Lempicka è presente in cinque diverse mostre collettive e l'opera "Jeune fille aux gants", esposto al Salon des Indépendants, è acquistato dallo Stato Francese per 1000 franchi.
Nel 1933 sposa (sembra per interesse, su consiglio della madre), il barone Raoul Kuffner, suo massimo collezionista.
 Nel 1943 si spostarono nuovamente, questa volta a New York, dove la pittrice continuò la sua attività artistica.
Dopo la morte del barone Kuffner nel 1962, Łempicka andò a vivere a Houston in Texas, dove sviluppò una nuova tecnica pittorica consistente nell'utilizzo della spatola al posto del pennello. Le sue nuove opere, vicine all'arte astratta, vennero accolte freddamente dalla critica, tanto che la pittrice giurò di non esporre più i suoi lavori in pubblico. Nel 1978 si trasferì a Cuernavaca in Messico. Morì nel sonno il 18 marzo 1980. Come da sua volontà, il suo corpo venne cremato, e le ceneri vennero sparse dall'amico, conte Giovanni Agusta, sul vulcano Popocatepetl.


mercoledì 7 dicembre 2011

Istria nel cuore...


Seduta sul mio solito scoglio mi perdo guardando il mare di fronte a me: la sua calma e l'odore di salsedine mi inebria... Alcune barche hanno già lasciato il porto e si dirigono al largo per la pesca, lasciando scie bianche dietro loro. Il sole è una grande palla infuocata che lentamente scende all'orizzonte: mi emoziono... Volgo lo sguardo alla mia destra ed intravedo in lontanaza le sagome dei grattacieli di Lignano. Dalla parte opposta c'è Trieste e quel faro alla fine del promontorio è Punta Salvore, in Istria... 
Già, l'Istria, terra di mio padre e dei miei avi, terra così tanto amata da loro, eppure dovuta abbandonare... Chissà se un giorno potrò rivederla? Perchè non ho mai avuto il coraggio di andarci, sebbene mi senta legata a lei profondamente?
Troppi perchè per un cuore gonfio di nostalgia...

martedì 6 dicembre 2011

Henri de Toulouse-Lautrec (Albi, 24 novembre 1864 – Saint-André-du-Bois, 9 settembre 1901)


Henri de Toulouse-Lautrec è stato un pittore francese, tra le figure più significative dell’arte del tardo Ottocento. Divenne un importante artista post-impressionista, illustratore e litografo e registrò nelle sue opere molti dettagli dello stile di vita bohémien della Parigi di fine Ottocento. 

venerdì 2 dicembre 2011

Trieste - Umberto Saba (1883–1957)


TRIESTE

Ho attraversata tutta la città. 
Poi ho salita un'erta, 
popolosa in principio, in là deserta, 
chiusa da un muricciolo: 
un cantuccio in cui solo 
siedo; e mi pare che dove esso termina 
termini la città. 

Trieste ha una scontrosa 
grazia. Se piace, 
è come un ragazzaccio aspro e vorace, 
con gli occhi azzurri e mani troppo grandi 
per regalare un fiore; 
come un amore 
con gelosia. 
Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via 
scopro, se mena all'ingombrata spiaggia, 
o alla collina cui, sulla sassosa 
cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa. 

Intorno 
circola ad ogni cosa 
un'aria strana, un'aria tormentosa, 
l'aria natia. 
La mia città che in ogni parte è viva, 
ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita 
pensosa e schiva. 


Trieste non è la mia città di nascita, ma quella dove ho trascorso gli anni più belli della mia fanciullezza, dai nonni. E' qui che imparai a nuotare, a correre in bicicletta, a pescare ed è sempre qui che mi resi conto che le religioni  sono diverse, che non c'è solamente quella cattolica.
Da sempre Trieste puo' vantare di essere una citta' Mitteleuropea, dove culture provenienti dai vari Paesi dell'est e del nord Europa convivono assieme. Per questo motivo troviamo moltissime Chiese di diverso culto religioso e quelle piu' interessanti sicuramente sono la Chiesa serbo ortodossa di S.Spiridione, la Chiesa greco ortodossa di S.Nicolo', la Chiesa evangelica di Largo Panfili, senza dimenticare il Tempio israelitico, che e' uno tra i piu' importanti d'Europa.
Tutto ciò mi affascinava molto e per mia grande fortuna la sorella di mio nonno mi ci portava sempre a visitarle. Sarà da allora che crebbe in me la mia tolleranza per ciò che è diverso?

Una sola moltitudine - Fernando Pessoa (1888-1935)


UNA SOLA MOLTITUDINE

Il poeta è un fingitore
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.

E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.

E così sui binari in tondo
gira, illudendo la ragione.
questo trenino a molla
che si chiama cuore.


giovedì 1 dicembre 2011

Passerò per Piazza di Spagna - Cesare Pavese (1908-1950)


PASSERO' PER PIAZZA DI SPAGNA

Sarà un cielo chiaro.
S’apriranno le strade
sul colle di pini e di pietra.
Il tumulto delle strade
non muterà quell’aria ferma.
I fiori spruzzati
di colori alle fontane
occhieggeranno come donne
divertite. Le scale
le terrazze le rondini
canteranno nel sole.
S’aprirà quella strada,
le pietre canteranno,
il cuore batterà sussultando
come l’acqua nelle fontane –
sarà questa la voce
che salirà le tue scale.
Le finestre sapranno
l’odore della pietra e dell’aria
mattutina. S’aprirà una porta.
Il tumulto delle strade
sarà il tumulto del cuore
nella luce smarrita.

Sarai tu – ferma e chiara.

Questo mio nuovo blog nasce dal fatto che Splinder ha deciso di chiudere. Volevo copiare tutti i miei vecchi post, compresi i commenti degli amici, ma non ne sono capace e così mi limito a ripostarli uno alla volta: è per questo motivo che in una giornata ce ne saranno diversi. Spero che anche qui possa avervi nuovamente in amicizia ed operosità. Un caro saluto a tutti, nuovi e vecchi amici...

Considero valore - Erri de Luca (Napoli 1950 - vivente)


CONSIDERO VALORE

Considero valore ogni forma di vita,
la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finchè dura il pasto,
un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si e’ risparmiato,
due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varra’ piu’ niente,
e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua,
riparare un paio di scarpe,
tacere in tempo,
accorrere a un grido,
chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordarsi di che.
Considero valore sapere in una stanza dov’e’ il nord,
qual’e’ il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo,
la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l’uso del verbo amare
e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.