sabato 25 aprile 2015

Da "Sulla riva dei nostri pensieri" di Romano Battaglia







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Ho sempre passeggiato sulla riva del mare raccogliendo ogni volta conchiglie, stecchi, bambole rotte. Mi è sembrato di vedere in quegli oggetti, depositati dalle onde sulla sabbia, l'intera umanità con i suoi dolori e le sue gioie... Il segreto che permette all'uomo di non invecchiare è quello di rimanere semplice e avere la capacità di scoprire un mondo anche in un granello di sabbia. Non c'è niente di troppo piccolo per un essere piccolissimo quale è l'uomo... Camminando lentamente dove le onde lambiscono la rena, lontani dal chiasso e dalla vita di tutti i giorni, ci addentriamo in riflessioni, considerazioni, pensieri e, passo dopo passo, possiamo ritrovare la calma perduta, le serenità e soprattutto noi stessi. E' come procedere a tu per tu con la nostra coscienza che ci chiede una prova di verità e di purezza. Il mare è come un cielo aperto sull'infinito del mondo: ci aiuta a ricordare le tappe della nostra vita che sembrano essere rappresentate dalla lunga serie di orme che lasciamo dietro di noi. Ho trascorso intere giornate passeggiando e ogni volta sono tornato a casa con le scarpe piene di sabbia e con nel cuore un po' più di saggezza.


foto di Agnese Giallongo



giovedì 16 aprile 2015

Tienimi per mano al tramonto - Hermann Hesse








Tienimi per mano al tramonto,
quando la luce del giorno si spegne
e l'oscurità fa scivolare il suo drappo di stelle...
Tienila stretta quando non riesco a viverlo
questo mondo imperfetto...
Tienimi per mano...
portami dove il tempo non esiste...
Tienila stretta nel difficile vivere.
Tienimi per mano...
nei giorni in cui mi sento disorientata...
cantami la canzone delle stelle dolce cantilena di voci respirate...
Tienimi la mano, e stringila forte
prima che l'insolente fato possa portarmi via da te...
Tienimi per mano e
non lasciarmi andare... mai...



sabato 11 aprile 2015

Proposta d'autore: Hermann Hesse "Favola d'amore"






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Non appena la fanciulla ebbe preso la pietra fatata nella sua mano bianca, immediatamente si avverò il sogno che le aveva riempito il cuore. La bella fu presa, svanì e divenne tutt'uno con l'albero, si affacciò dal suo tronco come un robusto giovane ramo che rapido si innalzò verso di lui.
Ora tutto era a posto, il mondo era in ordine, solo ora era stato trovato il paradiso, Pictor non era più un vecchio albero intristito, ora cantava forte Pictoria. Vittoria. 
Era trasformato. E poichè questa volta aveva raggiunto la vera, l'eterna trasformazione, perché da una metà era diventato un tutto, da quell'istante potè continuare a trasformarsi, tanto quanto voleva. Incessantemente il flusso fatato del divenire scorreva nelle sue vene, perennemente partecipava della creazione risorgente ad ogni ora.
Divenne capriolo, divenne pesce, divenne uomo e serpente, nuvola e uccello. In ogni forma però era intero, era un "coppia", aveva in sè luna e sole, uomo e donna, scorreva come fiume gemello per le terre, stava come stella doppia in cielo.



*
giovane cuore
cantava in paradiso
verso la luna

*
rapido il fiume: 
nella sua bianca mano 
tutto scorreva





giovedì 2 aprile 2015

Giovedì Santo




Giotto - Ultima cena (Padova, Cappella degli Scrovegni)


Missa in Coena Domini, è la seconda celebrazione liturgica del tardo pomeriggio o della sera del Giovedì Santo, che nella forma ordinaria del rito romano della Chiesa cattolica inaugura il Triduo pasquale dandogli solenne inizio.
In essa si ricorda l'Ultima Cena del Signore con i suoi discepoli, consumata prima della sua passione nella quale consegnò ad essi il Comandamento dell'amore ("Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi", Gv 13,34), dopo aver loro lavato i piedi.

Secondo la dottrina cattolica, Gesù istituì i sacramenti dell'Eucarestia e dell'Ordine Sacro.
La liturgia prevede il rito della Lavanda dei piedi, ripetendo quello che Gesù stesso fece dopo l'Ultima cena.