Ci troviamo di fronte un dialogo gioioso tra le varie dimensioni della realtà: un mondo animato di presenze molteplici. Tutto sembra dipartirsi dalla coppia in basso, la diagonale centrale unisce due emisferi della realtà, che non sono in reciproca opposizione ma che si richiamano e si riprendono a vicenda. Come è detto nel Cantico dei cantici, la testa della sposa è sul petto dello sposo, e la destra di lui l’abbraccia; verso l’alto, c’è un’altra coppia nello stesso atteggiamento – un re coronato, certamente Davide, assieme a Betsabea, la donna per la quale arse di passione fino a violare ogni legge umana e divina. C'è un libro aperto (il Cantico), il trono di Gerusalemme (simboli dell'alleanza), la colomba che richiama il ritiro delle acque e la rinascita della vita. La mano richiama il gesto della creazione e la luna le maree, il ciclo femminile, il tempo.
Ancora corrispondenze ai due lati della diagonale: la città e l'universo (la città come luogo di ricerca del desiderio, l'universo che diviene lo specchio armonioso dell'altra).
A lezione dalla prof Iris Iride
Chagall incomincia a lavorare attorno alla serie dei dipinti sul Messaggio Biblico nel 1955, è un periodo fecondo per lui, di rinascita. Nel 1944 infatti, 11 anni prima, durante il suo soggiorno americano la amatissima moglie Bella, muore improvvisamente a causa di una misteriosa infezione virale. Per nove mesi Chagall si rifiuterà di dipingere e anche in seguito, allorché riprese, i colori delle sue tele si erano spenti. ("Tutto diventa nero ai miei occhi" Chagall, 2 settembre 1944) Una relazione con la sua segretaria, Virginia – dalla quale avrà un figlio, David -, risollevò un poco l'animo di Chagall, ma non fu sufficiente, sette anni più tardi Virginia lascerà Marc portando con sé il figlio.
Ida, figlia di Chagall e Bella, le presentò l'anno dopo, nel 1952, una donna di 25 anni più giovane di lui, Valentina Brodski, di origini ebreo-russe. Fu un colpo di fulmine, nel luglio del 1952 i due si sposarono. Vavà resterà al fianco di Marc tutta la vita.
A Vavà ma femme ma joie et mon allegrésse è la dedica di Chagall alla moglie, che compare all'ingresso della sala del Cantico dei Cantici al Musée du Message Biblique Marc Chagall di Nizza.
ciaoo Marygi,
RispondiEliminaho letto tutti tuoi bei post,
tante cose che non sapevo..o che ho rinfrescato la memoria.
E' stato un piacere!
un abbraccio Magda
Il piacere è mio, se ti sono piaciuti. E' un po' che non scrivo, sono presa da un progetto 'segreto' :)
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