Tornare dopo molti anni nella casa dei suoi genitori lo emozionava, sapeva che l'avrebbe trovata vuota e questo lo rendeva triste, ma al tempo stesso desideroso di incontrare di nuovo tra quelle mura i suoi ricordi passati. Aprì la porta e subito si ritrovò circondato da tanti cari oggetti che lo riportarono alla sua infanzia; fu salutato dal vecchio orologio a cucù dell'ingresso legato all'immagine del padre e alle sue litigate perchè non riusciva mai a farlo essere puntuale, lui che aveva insegnato al figlio a misurare il tempo per non perderlo mai; anche la poltrona della nonna in salotto sembrò volergli narrare ancora vecchie fiabe antiche che sapevano di magia, mentre in cucina ritrovò i profumi che sapevano di mamma. Nella cameretta ritornò il bambino che era stato, e aprendo il baule dei giochi si ritrovò tra le mani il vecchio trenino con i suoi vagoncini colorati che lo aveva fatto viaggiare in paesi lontani, le automobiline ammaccate lo trasportarono in gare senza vincitore, il vecchio cagnolino con un occhio solo compagno prezioso di notti fatte di paure legate al buio, con lui che lo stringeva forte forte per combattere l'uomo nero che si nascondeva negli angoli. Ma i suoi occhi si velarono di lacrime quando si trovò tra le mani un vecchio burattino: questo lo riportò in una cameretta di ospedale dove era stato ricoverato per scoprire le cause dei suoi malesseri (frequenti episodi febbrili, sete continua, aumentata quantità di urine), e rivisse anche l'umiliazione di trovare il suo lettino bagnato e la mamma che lo confortava con parole che sapevano d'amore; poi la perdita di peso le continue infezioni e così... la decisione di ricovero. Fu in ospedale che sentì per la prima volta la parola " DIABETE ", il medico spiegò ai genitori che si trattava di una malattia cronica che causa elevati livelli di glucosio nel sangue, dovuta ad un'alterata quantità dell'insulina, un ormone prodotto dal pancreas che consente al glucosio l'ingresso nelle cellule e il suo conseguente utilizzo come fonte energetica: quando questo meccanismo è alterato, il glucosio si accumula nel circolo sanguigno. Il suo primo pensiero fu quello di essere diverso dagli altri bambini e di non poter più far parte del mondo dell'infanzia fatto di spensieratezza e di sogni legati al filo di un aquilone. A niente valsero le parole della mamma e del papà che cercavano di confortarlo; poi una mattina vide far capolino dalla porta della sua stanza di ospedale uno strano medico con i mano un burattino, ma a lui proprio non andava di giocare, aveva ben altri pensieri, ormai era diventato improvvisamente grande e il suo unico compagno di giochi era questa malattia che lo costringeva a controllare giorno dopo giorno la sua vita; ma lo strano dottore non si perse d'animo e si presentò come " IL MEDICO DEI BALOCCHI ". " Io curo i giocattoli, e questo che vedi nelle mie mani è il mio aiutante prezioso, sono qui per aiutarti a capire la tua malattia, questo burattino soffre di diabete come e te e grazie alle mie cure come puoi vedere adesso balla, canta, e si muove come prima, anzi ti dirò che è diventato anche più famoso di Pinocchio ". Lui lo guarda e credeva pensasse che fosse uno sciocco al quale si potessero raccontare frottole e farle passare per vere; non gli rispose, ma lo strano medico non si arrese e iniziò il suo racconto. Attorcigliò tutti i fili del burattino e lo lasciò sul lettino, poi piano piano con parole semplici accompagnò i suoi gesti mentre sbrogliava filo dopo filo: " tu ti senti come lui, triste perchè anche lui non si può muovere liberamente come accadeva a te che ti sentivi sempre stanco, ma adesso io lo aiuto sbrogliando con pazienza i fili che lo tengono prigioniero; così tu devi fare con te stesso controllando e aiutando il tuo pancreas con la somministrazione dell'insulina tramite piccole iniezioni di vita; aggiungerai una dieta corretta, un'attività fisica e farai test di autocontrollo della glicemia, così potrai stare meglio proprio come lui " e uscì dalla stanza. Ricordò che piano piano si avvicinò al suo nuovo amico e cominciò a muovere i suoi fili, e quando la mamma entrò ritrovò il suo sorriso. Quando fu dimesso andò a cercare il " MEDICO DEI BALOCCHI ", voleva restituirgli il suo burattino; lo trovò con un aeroplanino in mano, mentre spiegava ad un piccolo paziente asmatico che quel mezzo faceva capricci e non voleva volare perchè aveva paura dell'aria così ricca di pulviscoli che gli facevano perdere quota. Lui sorrise, e ancora oggi a distanza di anni crede che la semplicità delle parole sia il patrimonio dei grandi; il medico non volle indietro il suo burattino, gli strinse la mano incoraggiandolo ad essere un bambino forte, a confidarsi con il nuovo amico e contare sempre su di lui tutte le volte che fosse andato in reparto. Fu l'unica cosa che portò via dalla vecchia casa, lo mise nella tasca sinistra della giacca ad un passo dal cuore, richiuse la porta mentre si allontanava stringendo la sua infanzia nel ricordo di " UN MEDICO DEI BALOCCHI " che faceva muovere i giocattoli con i fili invisibili che legavano i ricordi agli affetti più cari. Grazie a tutti i " MEDICI DEI BALOCCHI " che riescono con le loro parole a strappare sorrisi a tutti i bambini ricoverati negli ospedali, aiutandoli ad affrontare la vita nonostante malattie croniche dalle quali non guariranno ma con le quali convivranno e diventeranno grandi, legando la loro infanzia al ricordo di persone speciali; sarà sempre bello per loro ritrovare il coraggio e la forza nell'affrontare le preoccupazioni che una malattia comporta anche grazie ad un vecchio burattino dai fili attorcigliati.
Grazie di cuore a tutti coloro che, in qualsiasi modo, alleviano il dolore dei piccoli malati...
Bellissimo post, un grazie di cuore a tutti coloro che portano un sorriso nella sofferenza.
RispondiEliminagrazie x la bella frase che mi hai lasciato , per il candy del cuore sei il n. 52 . ciao!!! :-)
Grazie a te e buon anniversario! Il 52 mi piace, è il mio anno :))
EliminaCiaooo MG