domenica 26 luglio 2015

Da "Il bracconiere Il suo mondo Il suo tempo" di Cesare Mocchiutti







1920

Piangeva la giovane donna ricordando il suo bambino. Ricordava di aver preparato per la cena radicchio del suo orto con una goccia di aceto, polenta e formaggio. Il suo bambino implorava una goccia d'olio, solo una goccia.  "Dome une gote di ueli, mame. Dome une gote".
Ma l'olio non c'era.
Tutto ormai lei aveva accettato, anche la morte del suo bambino avvenuta qualche anno dopo di "spagnola". Anche del marito che non era ritornato come gli altri uomini del paese da Gobenau. Tutto aveva accettato, ma di non aver potuto accontentare il suo bambino no e si  tormentava e non si dava pace.
"Dome une gote di ueli, mame. Dome une gote".
E la giovane donna piangeva asciugandosi le lacrime col dorso della mano ruvida.


Nota dell'autore: Mi preme precisare qui che questi racconti non sono velleità letterarie, ma semplicemente ricordi della mia infanzia e si riferiscono agli anni successivi alla prima guerra mondiale, al mondo contadino di quel tempo oramai scomparso, il tempo dei lumi a petrolio, della streghe, degli zingari, dei benandanti.
È il mondo che mi ha dato lo spunto per molti dei miei dipinti.....


§


Cesare Mocchiutti, uno dei massimi artisti ed esponenti della pittura regionale (Villanova del Judrio, 1916 - Gorizia 2006), docente per diversi anni all'Istituto Statale d'Arte Max Fabiani di Gorizia.


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