lunedì 30 gennaio 2012

Architettura moderna: Chiesa di Tor Tre Teste - Roma




La Parrocchia di « Dives in Misericordia » (Dio Padre Misericordioso), anche detta Chiesa di Tor Tre Teste dal nome della zona di Roma nella quale è ubicata, è un bell’esempio di come l’architettutra contemporanea possa cambiare non solo il volto, ma anche la vita di una città o, in questo caso, di un quartiere. La chiesa potrebbe non piacere, ma difficilmente non incuriosisce. A visitarla sono stati in tanti fin dall’inizio, addetti ai lavori (oltre 7.000 tra ingegneri e architetti solo in fase di cantiere), curiosi e turisti. Tor Tre Teste si è così trasformato da anonimo quartiere di periferia in meta turistica, sotto gli occhi un po’ stupiti e orgogliosi dei parrocchiani.
La posa della prima pietra risale al 1998. I lavori sono proseguiti per più di cinque anni tra intoppi e imprevisti, fino all'inaugurazione e l’apertura al culto alle ore 16 di domenica 26 ottobre 2003,  nel 25° anniversario del pontificato di Giovanni Paolo II. 
Oggi, arrivati nel quartiere, non potrete non notare le tre vele che svettano, bianchissime, dando forma alla chiesa.
Il progetto di questa chiesa è stato affidato da Papa Giovanni Paolo II all'architetto Richard Meier che, per quanto laico e non praticante, è ebreo. Le tre vele di cemento levigato e bianchissimo simboleggiano la Trinità. La costruzione simboleggia una grossa barca che rappresenta l'ingresso della Chiesa nel nuovo millennio.

L'interno
L'interno dà un senso di ambiente aperto; ritroviamo il candore e la trasparenza come elementi dominanti, in un’atmosfera di sobrio e asimmetrico rigore. Le nuvole catturate dai tetti di vetro, il bianco smagliante delle pareti nude, nessuna immagine sacra esposta, rendono la chiesa sensibile al tempo naturale che le scorre attorno e straordinariamente luminosa. E’ quasi totalmente assente il gioco di ombre e luce che ha caratterizzato gli edifici sacri nella storia. L’unica eccezione è la strambatura prospettica sopra il presbiterio, con un’apertura esterna verso il cielo, che gioca con le ombre e avvolge con luce naturale il crocifisso ligneo del Seicento, catturando lo sguardo dei visitatori. Altare, fonte battesimale e acquasantiere a disegno geometrico essenziale e privi di qualsiasi decoro, sono realizzate in blocchi lapidei di travertino «bianco sporco», stesso materiale usato per il pavimento, un omaggio alla tradizione romana. In legno chiaro di ciliegio il matroneo e i banchi. Sul lato sinistra della chiesa i confessionali, una struttura modernissima: piccole cabine schermate da una griglia il legno con una porta, che sostituiscono l’antico inginocchiatoio e la grata che divideva l’uomo dal sacerdote. L'organo è collocato su una balconata, all’interno di un grande riquadro sopra all'ingresso, che si pone quasi come contraltare dell'elemento che inquadra il crocifisso.

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