sabato 28 gennaio 2012

Artemisia Gentileschi (Roma 1593 – Napoli 1653)


'Giuditta che decapita Oloferne', 1612-1613, Museo di Capodimonte, Napoli

Oggi vorrei parlarvi di una donna artista: Artemisia Gentileschi, il quadro: Giuditta che decapita Oloferne.
Si dice spesso che le opere d’arte femminili siano delicate, dolci, tenere...  Direi che nessuno di questi termini siano adatti ad Artemisia che è donna invece di forte personalità, che crea una pittura potente, passionale, di forte impatto emotivo. Certo le esperienze della vita segnano le persone, questo lo sappiamo, e per Artemisia lo stupro è stato un'esperienza da cui non può affrancarsi. Artemisia dovrà anche subire un processo nel 1612,  intentato contro il suo stupratore (un pittore anche lui) in seguito al quale, per attestarne la veridicità delle sue parole, verrà sottoposta a tortura (pensate ai metodi del tempo). Figlia di un grande pittore: Orazio Gentileschi, lei formatasi nell’ambiente romano, conosceva di certo le opere del Caravaggio.
Ma Veniamo al quadro: Oloferne giace sul letto, Giuditta sta già affondando la spada sul suo collo dal quale esce uno sprizzo di sangue, la sua ancella non assiste passivamente, ma sta reggendo le mani di Oloferne per impedirgli di muoversi; quanta forza! Quanta determinazione! Eppure è una pittura femminile, tutt’altro che delicata e tenera, una pittura che emana forza e passionalità, la forza di una donna che esige il suo riscatto. Trovo questo quadro di una potenza suprema, di una forza straordinaria, Giuditta ha il volto di Artemisia, non è solo identificazione con il personaggio biblico, utilizzando le armi della sua personalità e delle sue qualità artistiche contro i pregiudizi che si esprimevano nei confronti delle donne pittrici, ma un manifesto per rivendicare la dignità femminile anche nell'arte.
Sarebbe troppo lungo parlarvi di lei e della sua pittura, per questo vi rimando alla mostra di Milano.  *Artemisia Gentileschi, Milano - Palazzo Reale dal 22/09/2011 al 29/01/2012*
A lezione dalla prof Iris Iride

2 commenti:

  1. Ho sempre amato le donna dal forte carattere e la Gentileschi e un artista che ammiro per la sua arte ma anche per la grinta e la determinazione poco usa nelle donne di quei tempi.
    Oggi fortunatamente la donna è cambiata e rivaleggia volentieri con il cosidetto sesso forte (Si fa per dire)in grinta che a volte sfiora se non supera la cattiveria.
    Ciao,fulvio

    Ps.Grazie della informazione,passo spesso da Milano e non mi perderò la mostra.

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    1. Purtroppo la mostra termina oggi, a meno di prolungamenti... Bisognerebbe informarsi.
      Ciao MG

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